Rione Junno

Attorno al luogo sacro delle apparizioni di San Michele Arcangelo, il continuo afflusso di pellegrini da tutta Europa e l’esigenza di accoglierli, fece nascere le prime abitazioni ed infine la città, che prese il nome del Santo. La prima notizia che descrive il centro abitato risale alla fine del X secolo, ma già precedentemente si era delineato il nucleo primitivo del quartiere urbano, lo Junno, con un’architettura spontanea, caratterizzata da casupole l’una aggrappata all’altra, nei vicoli stretti, con i tetti a doppio spiovente. Nel tempo la necessità di creare spazi abitativi più confortevoli e funzionali e l’incremento demografico diede l’avvio ad una nuova fase di espansione urbana, al difuori dal centro storico, che però lasciò inalterata l’architettura medievale dello Junno. Ancora oggi il quartiere, che trarrebbe nome dal mitico re Plilunno, conserva intatte le sue caratteristiche di edilizia spontanea di tipo rurale, con le abitazioni unifamiliari ubicate a diversi livelli e allineate lungo strade ripide e tortuose, formate quasi sempre da un unico vano, precedute da un cortiletto antistante la strada e dotate spesso di cisterna e camino, specchio di una struttura sociale in cui il bisogno di solidarietà e il senso comunitario assumevano particolare rilievo.