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Ministero dei Beni Culturali e del Turismo: la rivoluzione di Franceschini

pubblicato il 16/07/2014


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Dario Franceschini annuncia la sua rivoluzione al Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. “Una rivoluzione nel nostro Paese della quale c’è bisogno – ha spiegato il titolare del dicastero che non nasconde che – tocca qualche interesse e susciterà quindi qualche resistenza. Quando ci sono le riforme, queste reazioni ci sono sempre. In Italia, poi, i lobbisti, come mi sono reso conto nella mia esperienza di capogruppo, chiedono sempre di non fare una norma. All'estero invece i lobbisti ci sono comunque, ma chiedono di fare qualcosa”, racconta il Ministro, lasciando quindi intendere che ha già messo in preventivo degli atteggiamenti volti a frenare la riforma.

Il testo che contiene tutti i cambiamenti sarà in Consiglio dei Ministri entro la fine di luglio e prevede autonomia per il sistema museale italiano con una nuova direzione generale musei “cui affidare il compito di attuare politiche e strategie di fruizione a livello nazionale, favorire la costituzione di poli museali anche con Regioni ed Enti locali, svolgere i compiti di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura, dettare le linee guida per le tariffe, gli ingressi e i servizi museali”.

Un altro cambio di passo importante è costituito dalla decisione di conferire a 18 musei la qualifica di Ufficio dirigenziale riconoscendo così “il massimo status amministrativo ai musei di rilevante interesse nazionale, i cui direttori potranno essere scelti tramite selezione pubblica tra interni o esterni all'amministrazione anche stranieri”.

I musei e siti archeologici con direttore dirigente di I fascia sono Colosseo ed area archeologica di Roma; Pompei (in questo caso specifico il cambiamento avverrà solo una volta ultimato il Grande Progetto Pompei), Ercolano e Stabia; Galleria degli Uffizi; Pinacoteca di Brera; Reggia di Caserta; Gallerie dell'Accademia di Venezia; Museo di Capodimonte; Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma; Galleria Borghese.

I musei con direttore dirigente di II fascia sono, invece, il Museo Nazionale Romano; il Museo Archeologico Nazionale di Taranto; la Galleria dell'Accademia di Firenze; il Museo Archeologico Nazionale di Napoli; il Museo nazionale d'arte antica di Roma; il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria; la Galleria Estense di Modena; la Galleria Sabauda di Torino; il Palazzo Reale di Genova; il Museo Nazionale del Bargello; Paestum.

Altra novità importante riguarda la creazione della Direzione generale “Educazione e ricerca”, come anche quella della Direzione generale “Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane”.

La riorganizzazione prevede anche politiche di spending review con il taglio di 31 dirigenti di seconda fascia e di 6 dirigenti di prima fascia.

Ecco le novità condensate in cinque punti, così come illustrate in conferenza stampa da Franceschini.

Primo. "Le Direzioni regionali sono trasformate in Segretariati regionali del Mibact, con il compito di coordinare tutti gli uffici periferici del Ministero operanti nella Regione. Viene così pienamente riconosciuto il ruolo amministrativo di tali uffici, tutti dirigenziali di II fascia, senza però sovrapporsi alle competenze tecnico-scientifiche delle Soprintendenze".

Secondo. "La linea di comando tra amministrazione centrale e Soprintendenze è ridefinita e semplificata: le Soprintendenze archeologiche sono articolazioni periferiche della relativa Direzione centrale; quelle miste, belle arti e paesaggio, lo sono della relativa Direzione. Nel rispetto della distribuzione territoriale, sono quindi accorpate le Soprintendenze per i beni storico-artistici con quelle per i beni architettonici, come già avveniva in diversi casi e come già era e rimarrà al centro, con una sola Direzione centrale".

Terzo. "L'amministrazione dei beni archivistici è razionalizzata, prevedendo che i direttori degli archivi di Stato delle città capoluogo di Regione, tutti dirigenti di II fascia dipendenti dalla Direzione generale centrale Archivi, svolgano anche le funzioni di sovrintendente archivistico, anche avvalendosi dei direttori degli archivi di stato non dirigenziali, che conservano piena autonomia tecnico scientifica".

Quarto. "L'amministrazione delle biblioteche è razionalizzata, da un lato, mantenendo l'autonomia scientifica degli istituti indipendente dalla loro natura dirigenziale; dall'altro, prevedendo che sia la Biblioteca nazionale centrale di Roma, sia la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, uffici dirigenziali di II fascia, svolgano anche le funzioni di poli bibliotecari comprendenti le biblioteche operanti nel territorio comunale, ferma restando la vigilanza della Direzione generale centrale Biblioteche, istituti culturali e diritto dell'autore".

Quinto. "La collegialità delle decisioni sul territorio è rafforzata, in quanto il comitato di coordinamento regionale, presieduto dal segretario regionale e composto dai soprintendenti, diviene il luogo in cui sono assunte le decisioni un tempo adottate dalla direzione regionale, come la dichiarazione e la verifica di interesse culturale".

Quanto, invece, al vulnus sul fronte dell'integrazione fra cultura e turismo, la riforma prevede che le Direzioni regionali vengano "trasformate in uffici di coordinamento amministrativo, dotate di specifiche competenze in materia di turismo, rafforzando l'interazione con Regioni ed enti locali, nonché di promozione delle attività culturali".

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